Nicola perse la moglie : lei disparve.
Non si sa come né perchè né con chi : la morte ?
un amante ? La scomparsa è la scomparsa
e con questa disparvero la forma, il motivo
la scomparsa stessa.
Non restava che una persona :
lui. Può darsi fosse lui, il colpevole, poichè
non aveva fatto nulla.
Questo nulla s’accordava all’altro
nulla.
E donava questa dolcezza : lui pensava
a lei ancora, sparita.
Subire un crimine, accusarsi : senza tristezza.
Solamente questo : nello spazio lasciato libero dalla
scomparsa, tu eri nello stesso stato d’animo
di un criminale, o in quest’altro,
secondo un’altra ispirazione,
o ancora in quello d’un altro, per un’altra ragione.
Così, di stanza in stanza girando,
di strada in strada andando, tu trovi il te stesso
che potrebbe essere, allo sguardo d’un altro,
il comune
o il criminale.
E tu, lettore, la tua mente mobile
consideri Nicola
e ciò che lui, Nicola, si rappresenta
e ciò che io stesso,
lo scrittore che s’ispira ad altri scrittori
immagina.
Gorgo ben regolato
senza disordine.
Lacerare il silenzio, porre delle domande dure, fare cadere
dell’altro nel gorgo.
Ascoltare le urla
che risvegliano i sopravvissuti in sudore, in piena notte
e di cui né gli urlatori, né gli urlati
parlano.
La vittima non è colpevole.
Ci sono molti criminali.
Versione italiana di Beatrice Monroy.
Sommario
La victime n’est pas le coupable